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I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Con circolare n. 5/E/2022 l’Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti in merito ai servizi di trasporto internazionali effettuati dai sub-vettori e alla decorrenza delle nuove disposizioni.

In particolare, la non imponibilità è limitata alle operazioni territorialmente rilevanti in Italia e non si estende ai rapporti tra vettori, incaricati del trasporto e sub-vettori.

I chiarimenti forniti con la circolare n. 5/E/2022

La circolare dell’Agenzia delle entrate dello scorso 25 febbraio 2022, n. 5/E al riguardo rammenta che, poiché i servizi di trasporto in esame rientrano nell’ambito applicativo dell’articolo 7-ter, comma 1, lettera a), del medesimo DPR n. 633 (prestazioni di servizi generiche), il suddetto articolo 9 si applica alle prestazioni di servizi rese nei confronti di committenti soggetti passivi d’imposta stabiliti nel territorio dello Statoin quanto prestazioni territorialmente rilevanti in Italia.

Ne deriva che, per l’autotrasportatore, il regime Iva (non imponibilità art. 9 – imponibilità Iva – non soggetto Iva ex art. 7-ter) andrà applicato nei casi indicati nella seguente tabella riepilogativa:

Prestatore Committente Trasporto Regime Iva applicabile
Autotrasportatore IT Operatore UE IT

IT – UE

IT – Extra UE

Non soggetto Iva

ex art. 7-ter

Operatore Extra-UE
Operatore IT IT

IT – UE

Imponibile Iva (*)
Operatore IT esportatore, titolare del regime di transito, importatore, destinatario dei beni, prestatore servizi di spedizione / operazioni doganali IT – ExtraUE

ExtraUE – IT

Non imponibile Iva ex art. 9 – DPR 633/72
Operatore IT diverso dai precedenti Imponibile Iva

 

(*) Salvo la non applicazione dell’Iva a seguito di rilascio della dichiarazione di intento da parte dell’operatore IT che riveste la qualifica di esportatore abituale.


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L’onorevole Romina Mura (Pd), presiedendo nella commissione Lavoro della Camera l’audizione di rappresentanti del Gruppo Federtrasporti, ha riconosciuto il valore delle soluzioni formulate dal presidente del Gruppo, Claudio Villa. In particolare, è stata apprezzata la proposta che ipotizza di ricollocare nell’autotrasporto lavoratori espulsi da altri settori in crisi, richiamando la necessità di politiche di attivazione intese a creare prospettive di occupazione in settori dove c’è una carenza di lavoratori, soprattutto attraverso la formazione.

«Lo snodo strategico per rilanciare la professione dell’autotrasportatore è nella formazione, in piena coerenza con quanto si sta facendo con tutte le altre professionalità». Lo ha ribadito l’on. Romina Mura (Pd) presiedendo nella commissione Lavoro della Camera l’audizione di rappresentanti del Gruppo Federtrasporti, nell’ambito della discussione congiunta su proposte e interventi per promuovere il lavoro di qualità nel settore dell’autotrasporto e della logistica.

L’on. Mura ha ringraziato Claudio Villa, presidente di Federtrasporti, per le proposte presentate ritenute «utili nella predisposizione del testo unificato della risoluzione e anche in prospettiva» sottolineando come «apprezzabile la proposta formulata da Federtrasporti, che ipotizza di ricollocare nell’autotrasporto lavoratori espulsi da altri settori in crisi» e richiamando la necessità di «politiche di attivazione intese a creare prospettive di occupazione in settori dove c’è una carenza di lavoratori, proprio attraverso la formazione».

La presidente della commissione ha inoltre evidenziato il passaggio dedicato alla «opportunità di aprire il mondo dell’autotrasporto alle professionalità femminili» rimarcando l’importanza su «formazione, oltre agli interventi sulle infrastrutture, sulle condizioni e sull’organizzazione del lavoro».

Le proposte di Federtrasporti emerse nel corso dell’audizione sono state diverse. Tra queste, l’abbattimento dei costi della CQC, prevedendo anche una maggiore collaborazione delle aziende durante il percorso di formazione, ma anche l’avvio di una corsia preferenziale per far assumere alle aziende di autotrasporto i lavoratori di società in difficoltà o impiegati in settori produttivi in crisi, così come diminuire l’età minima (oggi di 21 anni) per acquisire le patenti superiori anche soltanto di un anno, non tanto per ampliare la platea degli aspiranti, quanto per saldare il tempo tra la fine degli studi e l’opportunità di salire in cabina.